«Le tasse sono una cosa molto odiata dagli italiani, però bisogna pagarle, fino all'ultimo centesimo. A Siniscola, in provincia di Nuoro, un sindaco che prova a combattere l'evasione con metodi abbastanza forti riceve minacce di morte. Guardate».
Sono le parole pronunciate da Myrta Merlino, conduttrice del programma di La7 “L'aria che tira”, in apertura di un servizio girato nel capoluogo baroniese. Servizio andato in onda il 19 maggio e che, nella sua costruzione narrativa, ha proseguito con la connessione tra la questione tasse e l'atto intimidatorio subito da Gian Luigi Farris il 28 aprile.
«Più della metà degli abitanti - prosegue il servizio - ha un debito col Comune. L'amministrazione di Siniscola vanta crediti per sei milioni di euro e da qualche mese ha fatto partire le cartelle esattoriali. Ma non tutti l'hanno presa bene. Qualcuno ha reagito pesantemente e ha piazzato un ordigno sotto la casa del sindaco».
Alla domanda «Basta una bomba a scoraggiare questa battaglia?», Farris ha così risposto: «Assolutamente no. Anzi, devo dire che saremo ancora più coerenti ed efficaci».
A stretto giro di posta dalla trasmissione del programma, il dibattito si è scatenato sui social network con diversi cittadini contrariati da quanto mandato in onda a livello nazionale.
Sulla questione è intervenuto anche il gruppo di opposizione Zente Nova – Unione per Siniscola che, per l'occasione, ha parlato di «gradino più basso della politica da talk show: quello dello sciacallaggio politico».
Secondo il gruppo di Antonio Satta e Nino Fronteddu, «far passare il messaggio che Siniscola è un paese di evasori con la Giunta, al contrario, nelle vesti nobili di integerrimi Don Chisciotte in lotta contro un numeroso manipolo di bifolchi, è quanto di più squallido la politica locale abbia mai prodotto. Almeno, negli ultimi anni. Prima di tutto, perché non è suffragato da alcun dato reale il fatto che il 50% dei siniscolesi non paga le tasse; secondariamente, perché non si capisce bene da dove spuntino questi 6 milioni di euro di evasione. Ultimo, e non in ordine di importanza, perché affermare e lasciar intendere che l’attentato dimostrativo contro il bar del sindaco sia legato alla lotta contro l’evasione è quanto meno bizzarro, per non dire avventato».
«Per sostenere questa tesi – prosegue il comunicato –, il sindaco dovrebbe avere in mano delle prove e/o gravi indizi che vadano in quella direzione e, siccome, dubitiamo fortemente di questo, riteniamo che il primo cittadino, come pure un qualsiasi assessore, debba guardarsi bene dal fare certe sparate. Anche perché, nel campo delle supposizioni, qualcuno potrebbe altrettanto ipoteticamente sostenere che quella finta bomba possa non avere alcun nesso con il ruolo istituzionale del sindaco, dunque, con la sua azione amministrativa. D’altronde, in tempi più o meno recenti, già prima di essere eletto sindaco ricordiamo che il bar di Tardelli era stato oggetto di un altro attentato, quella volta andato a segno».
Sul fronte delle tasse e del recupero dell'evasione, gli esponenti di Zn-UpS hanno aggiunto che «la Giunta sta facendo nulla di nuovo rispetto al passato. Sul piano procedimentale sta facendo ciò che si è sempre fatto e, allo stato, da parte del Comune di Siniscola, non risulta promossa alcuna operazione “stana evasori” in grande stile».